Il materiale raccolto

Man mano che i ragazzi producevano il materiale (racconti e disegni), ci rendevamo conto che la faccenda stava diventando interessante. Alcuni racconti e alcuni disegni erano decisamente poetici, altri fantasiosi, altri ancora semplicemente pazzeschi.
I ragazzi tendevano a scrivere storie che rientravano in categorie che ci sono parse così riassumibili:

a) oggi la scienza (l’osservazione dei fenomeni naturali) ci dice che il mondo (la galassia, l’universo) è così e io ti racconto perché è proprio così - (fondazione mitologica ma antiscientifica dell’oggi scientifico). Li abbiamo chiamati racconti di tipo [A]. A sta per antiscienza.

b) a me è piaciuta un’immagine scientifica e ci voglio scrivere un racconto, senza troppi vincoli. Li abbiamo chiamati racconti di tipo [SF], che sta per scienza fantastica.

c) la scienza ci dice che un tempo il mondo (la galassia, l’universo) era fatto così e io ti racconto che cosa succedeva in quel mondo (galassia, universo). Li abbiamo chiamati racconti di tipo [C], che sta per Cosmicomiche. Torneremo dopo sul significato di questo nome.

Per quanto disomogeneo e, a volte, disordinato, avevamo di fronte un materiale plastico che stava iniziando a tradurre alcuni nostri pensieri in un vero e proprio progetto.

A questo punto ci servivano due cose: un piano di sviluppo e un titolo.


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