Il progetto

Come mettono in luce le scienze cognitive, l’immaginazione è espressione dell’abilità umana di tradurre in concetti la vita e i valori attraverso il linguaggio simbolico. Le civiltà ricorrono al mito quando si trovano in quello stadio culturale in cui la distinzione tra il soggetto che percepisce e l’oggetto percepito non è ancora abituale; cioè, quando la scienza con le sue spiegazioni razionali dei fenomeni naturali non è ancora subentrata alla semplice esperienza “ingenua” del mondo. Grazie al mito è possibile tradurre in immagini rassicuranti fenomeni altrimenti misteriosi e inquietanti. I miti costituiscono il prototipo della finzione comunicativa come veicolo di conoscenza, architettata non per ingannare, ma per scoprire sfaccettature che una comunicazione convenzionale lascerebbe in ombra. La mitologia, quindi, è sostanzialmente eziologia, “ricerca delle cause”.

Le Cosmicomiche di Italo Calvino sono delle piccole, moderne storie eziologiche, il cui scopo è quello di reinventare giocosamente una mitologia in stile “fumettistico” partendo da dati scientifici. Il tutto fondendo la lucidità dello scienziato, la ricchezza metaforica dello scrittore e la leggerezza del cantastorie. Proprio in merito alla leggerezza vale la pena ricordare ciò che dice Paul Valéry e che Calvino stesso cita nella prima delle sue Lezioni Americane: “Bisogna essere leggeri come un uccello e non come una piuma”. Leggerezza, quindi, intesa non come inerzia, indolente volubilità (la piuma in balìa del vento), ma come scelta consapevole (l’uccello, che sfrutta a suo vantaggio le correnti d’aria e sceglie la direzione e la modalità di volo).

Inoltre, la lente del sapere umanistico riconosce anche al sapere scientifico la pertinenza del pensiero divergente, creativo, poetico (nel senso etimologico del termine, dal greco antico “poieo” – “creo”), riproponendo un modello rinascimentale di cultura e sapere. Nel Rinascimento, infatti, l’interesse verso vari ambiti di pensiero e la padronanza di disparate abilità non soltanto era legittima, ma addirittura emblematica di ricchezza intellettuale e apertura mentale. Valorizzare questa potenzialità è importante dal punto di vista didattico. Infatti, stimolare gli adolescenti a mettere in relazione competenze e conoscenze derivanti dall’area umanistica e da quella scientifica equivale a motivarli alla cultura, all’apertura all’esperienza e all’interesse per la conoscenza: in sostanza, formare persone in grado di acquisire, rielaborare e comunicare non solo concetti ma anche valori. Questo è importante per esorcizzare la tentazione – purtroppo oggi così diffusa – di trincerarsi dietro il pretesto della specializzazione settoriale, rinunciando alla ricerca delle radici comuni e dei punti di contatto tra arte e scienza.

Il progetto delle Olmi-Comiche nasce proprio da questa convinzione. Sul modello delle Cosmicomiche di Calvino, un gruppo di ragazzi di terza media (a.s. 2003/2004) dell’ISC “Bruno Munari” di Milano (quartiere degli Olmi, da cui l’ironico titolo Olmi-Comiche) hanno inventato racconti fantastici partendo da un dato scientifico. Alla silloge di racconti hanno fatto seguito alcuni fumetti, in parte come illustrazione dei racconti stessi, in parte come prodotti creativi a sé stanti.

Prof.sa Giaele Infantino