Ricognizione del patrimonio storico moderno dell'Osservatorio Astronomico di Brera
Scheda no. 365

Numero di inventario:
365
Denominazione:
Dinametro di Ramsden
Dimensioni:
1.95(d) ☓ 4.7-10.2(l)
Custodia: 2.5(d) ☓ 6.5(l)
Collocazione originaria:
Merate, edificio principale, primo piano, studio di Marco Scardia e Pietro Broglia (581)
Collocazione attuale:
Brera, stanza ex-UniMI (18) (posizione B3)
Fotografie:

Lo strumento nella sua custodia Lo strumento nella sua custodia Lo strumento nella sua custodia Foto 4 Foto 5 Lo strumento con le sue sezioni scorrevoli completamente estratte Lo strumento con le sue sezioni scorrevoli completamente retratte

Descrizione:
Strumento usato per determinare il numero di ingrandimenti di telescopio.
Note di Pietro Broglia.

L'ingrandimento di un telescopio è misurato dal rapporto tra le lunghezze focali dell'obiettivo e dell'oculare. Non essendo quest'ultimo valore solitamente noto oppure di incerta valutazione, furono proposti vari metodi per valutare l'ingrandimento di un cannocchiale.

All'inizio dell'Ottocento, con l'ampia diffusione della camera lucida, inventata da William Wollaston (1766-1828), ne è proposto l'impiego per valutare l'ingrandimento di un telescopio. Nella versione descritta da Arago nel suo corso di fisica, lo strumento è formato da uno specchietto applicato all'oculare del telescopio e inclinato di 45 gradi sull'asse ottico di questo. Un foro al centro dello specchietto permette di vedere col telescopio una scala graduata, posta a conveniente distanza. La scala può pure essere vista a occhio nudo grazie a un secondo specchietto parallelo al primo e collocato lateralmente al telescopio. Aggiustando il suo orientamento le due immagini possono venire sovrapposte. Il numero delle tacche della scala vista direttamente che sono comprese tra due tacche osservate al telescopio misura l'ingrandimento.

Anni prima Jesse Ramsden (1735-1800) inventa il dinametro che porta il suo nome. Il suo uso risulta più pratico del sistema precedente in campo astronomico, sia perché non richiede l'ausilio di adatte scale graduate, sia perché nelle osservazioni celesti si utilizzano ingrandimenti molto più forti di quelli usuali nelle misure geodetiche.

Il dinametro di Ramsden dell'Osservatio di Brera è formato da tre tubetti cilindrici in ottone lunghi circa 4.5 cm, scorrevoli l'uno dentro l'altro ad attrito dolce. La lunghezza massima dello strumentino è di 10 cm. Il tubetto di diametro minore, al quale l'osservatore accosta l'occhio, ha un foro centrale di 2.5 mm e reca all'altra sua estremità una lente positiva di circa 3 cm di focale. Facendo scorrere questa parte entro il tubetto intermedio si può vedere una gradazione incisa su una lastrina di vetro posta all'estremità di questo. La gradazione è lunga 8 mm, ha trattini ogni 0.2 mm e trattini più lunghi ogni millimetro. Il terzo tubetto, il cui diametro è 13 mm permette di posizionare il dinametro a valle dell'oculare del telescopio in studio, in modo che la scala graduata stia nel piano in cui l'oculare del cannocchiale fornisce l'immagine dell'obiettivo. Il valore dell'ingrandimento è dato dal rapporto tra i diametri dell'obiettivo e quello della sua immagine data dall'oculare sulla scala graduata del dinametro.

L'apparecchietto è contenuto in un cilindro di legno chiuso da un coperchio sul quale si trova una targhettina con il numero d'inventario 135.

Secondo Danjon e Couder il dinametro di Ramsden conservò la sua utilità fino a quando gli ottici non fornirono l'indicazione delle focali degli oculari da loro costruiti, prassi adottata dal Merz negli ultimi decenni dell'Ottocento. Gli oculari del Merz-Repsold da 18" di Brera portano infatti l'indicazione della focale (e pure degli ingrandimenti, riferiti ovviamente al 18") a differenza di quelli in dotazione al Merz da 8". Con il dinametro sopra descritto Schiaparelli determinò i valori per quest'ultimo, in modo approssimato come egli precisa. Al presente della dotazione del Merz 8" rimane solo l'oculare da 417x , applicato al micrometro a fili.

Alla metà dell'Ottocento G. Cavalleri analizzò pregi e difetti dei succitati dinametri e propose un apparecchio di sua invenzione con il quale si misurava l'angolo visuale dell'oculare. Il quoziente tra questo e l'angolo del campo del cannocchiale dà l'ingrandimento. Specialmente ai forti ingrandimenti lo strumentino del Cavalleri risulta più affidabile del dinametro di Ramsden.

Stato di conservazione:
Buono.
Bibliografia: