L'ENIGMA DELLA STELE DI TUROE
La stele di Turoe (Irlanda) e' un esempio di arte celtica insulare che traspone simbolicamente, secondo un complicato stile criptico, l'immagine del cielo osservato dai Celti d'Irlanda durante il I secolo a.C.La Pietra di Turoe e' un monolite cilindrico in granito datato tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. e ritrovato durante una campagna di scavo condotta nel 1938 in Irlanda, nelle vicinanze di Feerwore. La pietra e' alta complessivamente 168 centimetri ed un peso di circa quattro tonnellate. La sua caratteristica principale e' quella di avere la parte superiore, che si estende in altezza per circa 80 centimetri, decorata a motivi curvilinei in stile celtico e frutto di un lavoro artigianale di notevole bravura. Lo sviluppo della parte decorata puo' essere divisa in quattro quadranti, due dei quali, quelli laterali est e ovest, sono di forma semisferica e gli altri due, i quadranti nord e sud, sono di forma grosso modo triangolare curvilinea. La decorazione e' un magnifico esempio dell'arte lateniana irlandese. La tipologia delle decorazioni e' quella curvilinea ricca di anse, spirali semplici e multiple, trisceli e forme lobate e subtriangolari. L'analisi delle configurazioni presenti sulla stele di Turoe mostra subito una caratteristica fondamentale della decorazione che va al di la' delle questioni puramente estetiche e cioe' i motivi di tipo curvilineo si ripetono a scale dimensionali diverse distribuite su alcuni ordini di grandezza. Questo fatto diviene particolarmente evidente prendendo in esame le spirali che vi sono rappresentate e misurando la distribuzione dei loro raggi di curvatura. Infatti e' possibile mettere in evidenza che nelle decorazioni incise sulla stele di Turoe e' presente il concetto matematico di "autosomoglianza". Infatti rileviamo spirali che sono parte di spirali piu' grandi e che inglobano spirali piu' piccole, ma dello stesso tipo. La ripetizione di motivi autosimili e' un fatto abbastanza comune nell'arte celtica. Le decorazioni presenti sulla stele di Turoe non rappresentano quindi un motivo ornamentale casuale, ma e' un disegno ideato, con grande probabilita', applicando regole precise che sembrano essere quasi universali nell'arte celtica. La funzione originaria della stele di Turoe ci e' ovviamente sconosciuta, ma l' ipotesi piu' naturale e' che essa fosse legata al culto e che le decorazioni presenti su di essa abbiano rivestito un preciso significato simbolico e di codifica di qualche tipo di informazione. In questo modo si tenderebbe ad escludere che le decorazioni curvilinee siano state prodotte solamente per motivazioni di tipo estetico, ma si tenderebbe ad affermare che quello rappresentato nel complesso disegno altro non sia che l'immagine codificata in qualche modo di qualcosa di realmente osservabile. Infatti un semplice ragionamento ci porta ad affermare che coloro che produssero la stele di Turoe e che la utilizzarono nei rituali fossero le stesse persone, i Druidi, che custodivano anche i sapere astronomico del tempo. Osservando la stele di Turoe e' possibile notare immediatamente sul settore nord la presenza della spirale triscele posta circa ad un terzo dell'altezza della parte del monolito che risulta coperta dai disegni. La spirale, motivo simbolico molto comune presso i Celti, e' stato molte volte interpretato come un simbolo solare (M.Green,..., Dechelette,1911) al pari della ruota. La ruota triscele appare una sola volta, rappresentata in grande e praticamente nel baricentro del settore triangolare settentrionale della stele. La ruota trispiralica in questo caso e' posta esattamente sulla direzione Nord-Sud, vale a dire sulla direzione del meridiano astronomico locale, la quale e' parallela all'asse di rotazione della Terra o, cambiando il sistema di riferimento, all'asse di rotazione apparente della sfera celeste. La triplice spirale chiusa appare una sola volta sulle decorazioni presenti sulla stele di Turoe e sembrerebbe indicare la direzione dell'asse del mondo. La spirale e' sinistrorsa, tale cioe' da chiudersi ruotando da est a ovest. Tale rotazione e' concorde con il senso di rotazione apparente della sfera celeste visualmente rilevabile da un osservatore rivolto a settentrione. Quindi non solo la spirale potrebbe indicare la direzione dell'asse del mondo, ma codificherebbe anche l'idea del movimento rotatorio di tutto l'universo osservabile in un determinato senso ed intorno ad un determinato asse. L'idea della ripartizione della sfera celeste in due settori demarcati dal meridiano emerge in maniera spontanea osservando la struttura della stele. Infatti sia le dimensioni che i profili delle quattro facce sono differenti, ma accoppiati a due a due. I due settori settentrionale e meridionale sono di forma triangolare, mentre i settori orientale e occidentale sono di forma grosso modo semisferica e consistentemente piu' ampi. Supponendo in prima approssimazione che la linea immaginaria passante per il centro della ruota trispiralica, peraltro marcato in maniera ben definita sulla pietra e per l'apice della stele (che in questo caso potrebbe simboleggiare lo Zenit) sia una trasposizione del meridiano astronomico locale, allora la linea equinoziale intersecherebbe esattamente i due settori orientale e occidentale esattamente nel mezzo. Ora che il sistema di riferimento e' stato definito possiamo occuparci delle linee di demarcazione che separano i quattro settori in cui il disegno della stele di Turoe puo' essere scomposto. Queste linee definiscono quattro direzioni a due a due opposte che potrebbero corrispondere in maniera simbolica ad altrettante direzioni astronomiche fondamentali. Due di queste direzioni sono rivolte rispettivamente a nord-est e a nord-ovest, mentre le direzioni opposte sono a sud-est e sud-ovest. La linea nord-est che rappresenta la congiunzione tra il settore settentrionale e quello orientale della stele potrebbe simboleggiare la direzione di levata del Sole al solstizio d'estate, mentre la linea di demarcazione tra i settori settentrionale e occidentale potrebbe indicare simbolicamente la direzione di tramonto del Sole solstiziale estivo. Allo stesso modo potrebbe esistere una corrispondenza simbolica tra la linea di demarcazione tra i settori meridionale e orientale e la direzione di levata del Sole nel giorno del solstizio d'inverno e tra la linea di demarcazione tra i settori meridionale e occidentale e la direzione del tramonto del Sole solstiziale invernale. Questa e' una visione simbolica che potremmo definire di tipo solare, ma non e' l'unica possibile, infatti possiamo avanzare anche un'ipotesi legata invece alla Luna. In questo caso la linea di separazione tra il settore settentrionale e quello orientale della stele potrebbe simboleggiare la direzione di levata della Luna al lunistizio estremo superiore, cioe' quando il nostro satellite raggiunge la sua massima declinazione positiva sulla sfera celeste, mentre la linea di demarcazione tra i settori settentrionale e occidentale potrebbe indicare simbolicamente la direzione di tramonto della Luna allo stesso lunistizio. Allo stesso modo potrebbe esistere una corrispondenza simbolica tra la linea di demarcazione tra i settori meridionale e orientale e la direzione di levata della Luna al lunistizio estremo inferiore e tra la linea di demarcazione tra i settori meridionale e occidentale e la direzione del tramonto del nostro satellite allo stesso lunistizio. All'epoca in cui la stele di Turoe fu prodotta gli azimut dei punti estremi di levata della Luna raggiungevano rispettivamente 36.1 gradi ad est della linea meridiana, (36.1 gradi ad ovest al tramonto) quando il nostro satellite raggiungeva la sua massima declinazione boreale, pari a 28.9 gradi a nord dell'equatore celeste e 144.5 gradi ad est del meridiano (144.5 gradi ad ovest al tramonto) alla minima declinazione, pari a -28.9 gradi sotto l'equatore celeste, ad intervalli di 18.6 anni. Le posizioni estreme raggiunte dalla Luna concordano molto bene con i profili delle linee di demarcazione dei settori sulla stele di Turoe. Potrebbe comunque essere avanzata una terza interpretazione che potremmo definire di tipo rituale-stagionale. Infatti secondo questa terza interpretazione la linea di separazione tra il settore settentrionale e quello orientale della stele potrebbe simboleggiare la direzione di levata del Sole nel periodo della festa di Belteine, mentre la linea di demarcazione tra i settori settentrionale e occidentale potrebbe indicare simbolicamente la direzione di tramonto del Sole a Belteine. Allo stesso modo potrebbe esistere una corrispondenza simbolica tra la linea di demarcazione tra i settori meridionale e orientale e la direzione di levata del Sole nel periodo della festa di Samhain corrispondente a Trinox Samoni per Celti continentali, e tra la linea di demarcazione tra i settori meridionale e occidentale e la direzione del tramonto del Sole nel periodo relativo alla stessa festa. La festa di Belteine stabiliva, per i Celti, l'inizio della stagione estiva che terminava a Samhain quando iniziava la stagione invernale e contemporaneamente anche l'anno celtico. La visione solare sostiziale e' tale per cui i punti di levata e di tramonto del Sole devono essere obbligatoriamente compresi tutto l'anno entro i due settori semisferici rispettivamente orientale e occidentale, mentre nella interpretazione di tipo lunare lunistiziale i punti di levata e di tramonto della Luna rimangono confinati entro i due settori citati per tutto il ciclo di 18.6 anni. L'interpretazione solare stagionale potrebbe invece rivestire una maggior rilevanza dal punto di vista agricolo e rituale. Quello che e' pero' importante e' l'idea che la stele di Turoe codifichi in qualche modo simbolico la nozione di sfera celeste trasponendo in un modello litico convesso, grosso modo semisferico, l'illusione ottica che il cielo visibile sopra l'osservatore abbia l'aspetto di una cupola su cui i corpi celesti compiono i loro moti apparenti. L'ipotesi che ne deriva e' che la stele di Turoe codifichi nelle sue decorazioni un'immagine simbolica della volta celeste e del suo movimento apparente trasposta secondo lo stile criptico tipico dei Celti. Si potrebbe tentare di spingersi piu' oltre nell'interpretazione dicendo pero' chiaramente che non esistono fatti sperimentali che possono essere chiamati a supportare le nostre ipotesi. I settori triangolari nord e sud potrebbero, secondo questa ipotesi, riprodure la frazione di cielo tutto intorno alla direzione del meridiano. I settori est e ovest potrebbero contenere indicazioni relativamente alle stelle rispettivamente in levata e al tramonto visibili ad occhio nudo durante l'anno. Ovviamente e' possibile ricostruire al computer il cielo visibile a quell'epoca e nella localita' geografica in cui presumibilmente la pietra fu utilizzata per i rituali, ma questo non ci e' di molto aiuto in quanto la rappresentazione codificata sulla stele di Turoe dovrebbe essere la trasposizione statica di una situazione dinamica quale e' il movimento apparente della sfera celeste durante la notte e lungo l'anno quindi essa non deve essere sicuramente di tipo completamente simbolico, tale da non permettere la rilevazione di una corrispondenza diretta con qualcosa di direttamente osservabile, ad esempio tra i centri di curvatura dei singoli cerchi e delle singole spirali e la posizione di talune stelle luminose e costellazioni visibili nel cielo a quell'epoca, anche se alcune posizioni sembrerebbero coincidere abbastanza bene. Le decorazioni a settori incise sotto la decorazione curvilinea potrebbero essere una rappresentazione dell'orizzonte e i settori incisi potrebbero essere dei marcatori utili ad esempio per la misura del tempo oppure per identificare i punti del sorgere e del tramontare del Sole e della Luna durante l'anno indicando ad esempio la posizione degli equinozi e soprattutto quella dei solstizi o forse i fenomeni eliaci che stabilivano le date di celebrazione delle feste rituali presso le comunita' celtiche irlandesi dell'eta' del Ferro. La stele di Turoe sembrerebbe, secondo queste ipotesi, un magnifico esempio di efficente codifica delle informazioni ad uso esclusivo di coloro che nella societa' celtica erano in grado di comprenderle. Il riferimento astronomico puo', e deve, essere correlato con l'aspetto rituale e probabilmente proprio la codifica delle possibile informazioni astronomiche e sul moto dell'universo potrebbero avere reso la pietra un oggetto di collegamento tra il mondo umano e quello divino. La pietra di Turoe non e' l'unico esempio di steli di questo tipo, ma ne esistono altre quattro ritrovate in varie localita' Irlandesi a altre ritrovate in Bretagna a cui le medesime considerazioni esposte in questa sede sembrerebbero adattarsi molto bene. Rimane comunque il fatto che ci sono del tutto sconosciuti i criteri oggettivi applicati dai Druidi celtici durante il processo di trasposizione simbolica dell'informazione. Questo ostacolo, per ora ancora insormontabile, ci costringe purtroppo a formulare solamente modelli qualitativi e ancora molto approssimativi e ci preclude una sufficente comprensione di questo interessante ed enigmatico reperto archeologico.
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