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OAS - Osservatorio Astronomico Sormano |
OAS > In memory of Marco Cavagna |
Courtesy of International Comet Quarterly
Oct. 2005 Vol.27, No. 4, p. 256
The Italian observer Marco Cavagna of Milan died at age 47 on August 9 after suffering a stroke.
During the 1970s and 1980s, Marco was one of the leading Italian cometary observers, when his name often
appeared with published observations together, and he was an enthusiastic contributor to the Italian
Comet Section that was born in those years. In the last 20 years, Marco was an active (and co-founding)
member of the Sormano Observatory, where in addiction to the discovering or co-discovering some two dozen
minor planets, he distinguished himself by obtaining accurate astrometric measurements of comets and objects
that can pass near the earth.
The 1985-1986 return of comet 1P/Halley was an exciting period for all visual observers and, during the
International Halley Watch observing campaign, Marco was the real-time monitoring network coordinator in Italy.
Thus, all active Italian observers were quite often in contact with him by phone to share impressions and
observations. But the intense astronomical activity of Marco was not only devoted to the direct observations
of the sky. For a long time, he was an appreciated lecturer at the Milan Planetarium, and for many years
he was a consultant of Commission 20 of the International Astronomical Union. More recently he was among
the founders of "Cielobuio" ("Darksky"), an association that works against light pollution and for saving
the night sky. His enthusiasm for the group caused him to dedicate one of the minor planets he discovered
at Sormano, (13777) 1998 UV6, with the name "Cielobuio".
Marco was one of that kind of skygazers who was moved by a great passion but of few means.
While still young, he started to watch the sky with a simple binoculars. His great passion appears through
his own words when, just after he had obtained a university degree in geology, Marco wrote "... to find comets,
to cast a glance at the deep sky, watching Pluto or the quasar 3C 273 and being aware that the light
that is entering your eyes started three billions years earlier, [are among] the more exciting things
that can be experienced by an amateurs astronomer". Marco contributed 1382 magnitude estimates of variable
stars to the AAVSO between 1975 and 1985 (under observer code CIT). He searched for comets with
his 20x80 binoculars and used them to make a belated independent discovery of comet C/1980 Y1
(Bradfield; O.S. 1980 XV = 1980 t). This discovery by Marco occurred while oberving from his home on a
very clear evening, and this was his first-ever session at searching for new comets; Marco was so excited that
he spent much time calling his friends by telephone to share with the feat of finding a comet
on his first night of searching. Even though the comet had been found weeks earlier by Bill Bradfield, Marco
was not sad or disappointed as he relished the feeling of having found a "new" bright comet on his own.
Marco inspired many of with his enthusiasm, competence, and "scientific" approach
to amateurs astronomy - variable stars, comets, lunar occultations and grazes, etc, Marco was a
globetrotting astronomer, up and down mountains with his binoculars and a 25-cm f/3.9 Dobsonian reflector
looking for any transient astronomical phenomena. Some 25 years ago, Marco wrote a column for the local
association's bulletin titled "Astrofilia d'assalto" (translated loosely into English
as "Aggressive Amateur Astronomy", or more directly as Amateur-Astronomy
Assault"), a name that still today recalls the spirit of this special man when he was young; the column
encouraged observation of newly discovered astronomical objects with low-tech equipment in an era when
communication was more difficult and visual observations seemed to be more appreciated.
Marco was impressive with his knowledge and his friendliness, even to people meeting him for the first time.
He was a cheerful participant in the first International Workshop on Cometary Astronomy hel in
Selvino, Italy, in 1994, despite his having recently having had to spend some considerable time in
hospital for a heart problem. ICQ readers may know of Marco's photometric contributions: he had visual
magnitude estimates and CCD photometry of more than 50 comets spanning the years 1976-2002 published in
the ICQ - and available to researchers via the ICQ archive. Minor planet (10149) Cavagna was named
in his honor in 1999. And it has been recently decided to dedicate the new 60-cm telescope
at the Sormano Observatory (scheduled to be completed soon) to Marco.
Courtesy of Unione Astrofili Italiani
ASTRONOMIA Nov.-Dic. no. 6/2005, pag. 44
Lo scorso 9 agosto un ictus ha stroncato, all'età di 47 anni, Marco Cavagna, un nome noto dell'astronomia
italiana e internazionale. Negli anni Settanta e Ottanta, Marco è stato uno dei più attivi osservatori di
comete e un entusiasta sostenitore della Sezione Comete UAI, nata proprio in quegli anni. Si è dedicato
anche alla ricerca di comete, scoprendo indipendentemente la C/1980 Y1 (Bradfield; precedente designazione
1980 XV = 1980t) la sera del 5 gennaio 1981 (circolare IAU 3561). I lettori di International Comet Quarterly
certamente conoscono il suo contributo in campo fotometrico, con moltissime osservazioni visuali e CCD su oltre
50 comete seguite tra il 1976 e il 2002 pubblicate sulla rivista e reperibili nell'archivio elettronico.
Negli anni 1985-86, durante la campagna osservativi organizzata dall'International Halley Watch, Marco ha svolto
il ruolo di referente per l'Italia del "Real Time Monitoring Network". È stato un vivace partecipante al
primo International Workshop on Cometary Astronomy tenutosi a Selvino nel 1994.
Negli ultimi vent'anni è divenuto uno dei membri attivi dell'Osservatorio di Sormano, del quale è stato fra i
fondatori e dove ha scoperto due dozzine di asteroidi, distinguendosi per le misure di posizione molto accurate
su comete e asteroidi. Tra il 1976 e il 1985 Marco ha contribuito anche all'AAVSO con 1382 stime di stelle variabili.
Marco è stato apprezzato conferenziere presso il Planetario di Milano e consulente della Commissione 20
dell'Unione Astronomica Internazionale. Circa 25 anni fa scriveva per la locale associazione di astrofili
la rubrica "Astrofilia d'assalto", un titolo che ancora oggi richiama lo spirito che ha caratterizzato
il suo approccio all'astronomia. Più di recente è stato tra i fondatori di "CieloBuio", l'associazione
che combatte l'inquinamento luminoso e lo spreco energetico. È emblematico che uno degli asteroidi da lui
scoperti (13777) nel 1998 porti proprio il nome "Cielobuio".
Marco ha iniziato la propria attività osservando il cielo con un semplice binocolo e moltissima passione,
passione che traspare dalle parole scritte subito dopo aver conseguito la laurea in geologia: "- [...]
"cacciare" comete, gettare lo sguardo nella profondità del cielo, osservare direttamente Plutone o il
quasar 3C 273 sapendo che la luce entrata nell'occhio partì ben tre miliardi di anni prima è una delle cose
più eccitanti che possano capitare all'amante del cielo."
Marco ha ispirato molti astrofili con la sua attività, entusiasmo, competenza e approccio scientifico allo
studio di stelle variabili, comete, occultazioni lunari e radenti. Ha colpito per l'umanità, la cordialità
e la profonda conoscenza anche coloro che lo incontravano per la prima volta. Era un astronomo "giramondo",
che si spostava tra le montagne con il suo binocolo e il riflettore dobsoniano da 25 cm f/3.9. In suo onore
nel 1999 è stato designato l'asteroide (10149) Cavagna .
Courtesy of LE STELLE
Novembre 2005, n.34, pag.5
Ho conosciuto Marco Cavagna all'Osservatorio di Soresina
verso la fine degli anni '70, quando era ancora giovanissimo.
Un ragazzo esile, con gli occhi chiari e sempre sorridenti,
che si faceva decine di chilometri per poter osservare le stelle
variabili dalla torre civica del comune cremonese, dove spesso
passava l'intera notte.
Per diversi anni, con l'inseparabile amico Sandro Baroni, abbiamo
effettuato osservazioni di stelle variabili nell'ambito del
programma AAVSO, dapprima visualmente e poi fotoelettricamente.
Marco era colui che trainava il nostro piccolo gruppo e, in
occasione dei Congressi dell'UAI era il delegato a illustrare
le nostre esperienze osservative. In seguito, "invento'" la
Sezione Novae, sempre l'interno dell'UAI, e dopo un
breve periodo di interesse per le supernovae abbraccio' il campo
che gli sarebbe stato piu' congeniale per tutta la vita: la fotometria
degli asteroidi.
Anche, e soprattutto, grazie a lui e' nato, nel 1987, l'Osservatorio
Astronomico di Sormano, che gode di grandissima considerazione nel
panorama dell'astronomia asteroidale italiana. Numerose sono le scoperte
di pianetini ad opera dei membri dello Staff di Sormano e,
sempre, la figura di Marco ha avuto un ruolo di primo piano in tutte
le fasi che precedono e seguono l'attivita' osservativa, sempre posato,
riflessivo, profondo, schivo nell'apparire. L'ho visto per l'ultima volta
a un convegno sull'illuminazione pubblica notturna e l'inquinamento
luminoso: per nulla cambiato, dolce, cordiale, ancora con l'aspetto di
un ragazzo, anche se i capelli si erano ingrigiti. Poco tempo dopo mi ha
anche fatto un regalo indimenticabile, intitolandomi il pianetino
1997 AW13 da lui scoperto con l'amico Piero Sicoli.
E adesso, in punta di piedi, ancora giovane, Marco se ne e' andato.
Ma, senza alcuna retorica, sono certo che restera' nei cuori di tanti
astrofili e dei tanti amici che aveva.
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