Bum

Tanto, tanto, tantissimo tempo fa in una galassia lontana, lontana, lontanissima viveva una grandissima famiglia di buchi neri divisa in tribù.
Ogni tribù era come uno Stato, e come ogni Stato, aveva un re, un parlamento o era una repubblica democratica; tra tutte queste tribù una si distingueva: la tribù Indecisa.
Veniva chiamata così perché, anche dopo miliardi di anni luce, non aveva ancora deciso se avere un re, un parlamento o essere una repubblica democratica.
Per arrivare a prendere una decisione ogni giorno si discuteva; fino a che le altre tribù, stanche di dover partecipare a decine di battibecchi e litigi, decisero che la tribù Indecisa avrebbe avuto un re.
Salì al trono Romolino de Snobbis, il figlio del più ricco scienziato, linguista, pittore, medico (e molto altro ancora…) di tutti i buchi neri.
Il popolo aveva eletto Romolino (che era un po’ sbadato) solo perché suo padre aveva creato, con moltissima fatica, un pianeta sul quale cresceva, da centinaia di anni luce, una pianta che forniva il nutrimento necessario alla tribù per vivere: la pianta Snobbiatta.
Romolino governava discretamente, però era fortunato, aveva dei sudditi che lo rispettavano comunque; forse era rispettato solo perché ognuno era libero di fare quello che voleva… Per forza! Il re si era dimenticato di decretare alcune leggi!!!
Quando Romolino compì venticinque anni decise che avrebbe dovuto sposarsi; incaricò il suo servo più fidato di fare una foto ad ogni donna che incontrava passeggiando per le vie del regno.
Il servo fece il suo lavoro e portò al re ciò che aveva richiesto. Romolino ne fu molto felice, prese tutte le foto e cominciò a selezionarle: quelle migliori, quelle da scartare, e così via…
Dopo qualche settimana gliene rimasero solo due, tra le quali era proprio indeciso!
Così pensò che avrebbe dovuto prima incontrare una e poi l’altra; la prima fu una vera delusione: parlava solo di soldi! Invece la seconda piacque molto, anzi moltissimo al re.
A quel punto la scelta era ovvia; avrebbe scelto la seconda: Rosarossa Sempliciotta, che accettò di sposarlo e gli diede presto un figlio.
All’inizio non sapevano che nome dare al figlio; ma poi decisero che sarebbe stato perfetto “Bum”, perché era molto grassottello.
Bum cresceva a dismisura e mangiava tantissimo; arrivò addirittura a mangiare metà della pianta Snobbiatta. Fortuna che Romolino intervenne subito: sennò se la sarebbe mangiata tutta!
La fame di Bum non si placava mai, tanto che, all’età di dieci anni, Bum finì col mangiarsi tutto il pianeta dove cresceva la pianta Snobbiatta; a quel punto si decise di scacciarlo dalla tribù e mandarlo in isolamento.
Era solo, solo, solo, e non sopportava quella situazione; l’unica persona che vedeva era la madre, che ogni mese gli portava viveri e bevande.
Però a Bum non bastavano le scorte che la madre gli portava; era abituato a mangiare molto di più. Così, ad un certo punto, cominciò a attirare verso di sé la ragione di tutti i buchi neri che, sfortunatamente, gli passavano vicino; diventò avido.
Sua madre non poté più andare a trovarlo per paura che risucchiasse la ragione anche a lei.
Bum continuò ad attirare le ragioni degli altri buchi neri che, al loro volta, attiravano quelle degli altri, visto che ormai non ragionavano più.
Finì che, ad un certo punto, nessuno aveva più la propria ragione e tutti attiravano tutto finché non rimase più nulla; videro quanto era desolato e povero l’universo senza più nulla: faceva paura.
A quel punto si decise: ogni buco nero prese la sua strada e non attirò più nulla.
Ancora adesso i buchi neri attirano a loro i corpi celesti; la differenza è che ora lo fanno con molta più parsimonia, stando attenti a non esagerare.

Virma Guarrera

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