Molti miliardi di anni fa, dal Big Ben nacquero l’universo e le galassie; nella Via Lattea, la nostra galassia, nacquero a loro volta i pianeti e il Sole.
A quei tempi, i pianeti vivevano pacificamente e amavano molto gli sport: praticavano il calcio, lo sci, il basket...; ma amavano soprattutto il nuoto. Al centro del Sistema Solare i pianeti avevano costruito una gigantesca piscina, lunga milioni di chilometri, che rimaneva sospesa grazie a mucchi di gas prodotti dal pianeta Giove, posti sotto la costruzione. L’accesso a questa piscina era consentito a tutti i pianeti e agli asteroidi. Spesso avevano luogo delle gare e il vincitore indiscusso era sempre Saturno, il quale, grazie alla sua densità inferiore rispetto a quella degli altri pianeti, riusciva a galleggiare facilmente.
I pianeti e gli asteroidi continuarono a vivere pacificamente fino a quando non scoppiò una guerra contro il Sole: infatti, ogni volta che la gigantesca stella si avvicinava alla piscina, faceva evaporare l’acqua e bruciava qualcuno toccandolo.
Quindi ogni pianeta iniziò a formare il suo esercito: Mercurio, Venere, Urano e Plutone arruolarono degli asteroidi, specialmente i Troiani, i quali avevano fama di grandi guerrieri. La Terra e Marte decisero che avrebbero scagliato i loro massi e le loro montagne contro il Sole, mentre Saturno avrebbe fatto la stessa cosa con gli asteroidi che gli orbitavano intorno sparpagliati. Giove avrebbe mandato contro la stella i suoi terribili cicloni e turbini, mentre Nettuno avrebbe combattuto con i suoi velocissimi venti.
Quindi la battaglia cominciò a insaputa del Sole: i primi ad attaccare furono gli asteroidi Troiani, che si scagliarono a tutta velocità contro la stella sperando di trapassarla; ma il Sole rispose all’attacco disintegrando parte dell’esercito con le sue enormi esplosioni di energia; questo primo attacco durò poche ore, al termine delle quali metà dell’esercito “troiano” era stato sconfitto. Però anche il Sole aveva riportato qualche danno, anche se lieve: qua e là sulla superficie della stella c’erano dei piccoli buchi.
Il giorno dopo, la stella fu attaccata dai massi scagliati dalla Terra (che allora non era ancora ricoperta d’acqua e quindi neanche abitata) e da Marte, nonché dagli asteroidi comandati da Saturno. Anche il secondo attacco non ebbe un gran successo.
Il terzo giorno fu la volta dei cicloni e dei turbini di Giove e dei venti di Nettuno.
Questa volta i due pianeti risultarono vittoriosi: infatti, grazie alla potenza delle loro “armi”, riuscirono ad allontanare il Sole dalla piscina.
Alcuni anni dopo, la stella, essendo riuscita a riavvicinarsi ai nemici, per vendicarsi iniziò ad attaccarli con le sue micidiali esplosioni, distruggendo quasi tutto l’esercito di asteroidi. In seguito a questi attacchi, gli asteroidi della Nube di Ort intervennero in soccorso dei loro amici.
Tutto l’esercito di asteroidi, aiutato dai venti di Nettuno, iniziò a scagliarsi a tutta velocità contro il nemico, danneggiandolo gravemente. Poco alla volta gli asteroidi perforarono la stella che, alla fine, non potendo contrastare il nemico, si arrese. Finalmente, dopo decine di anni, la guerra ebbe fine.
Però, dopo questo periodo di combattimenti, la Terra, Marte, Saturno, Nettuno e Giove desideravano conquistare la piscina per usarla privatamente: quindi scoppiò nuovamente un’altra guerra.
Prima di tutto si crearono delle alleanze tra la Terra (che aveva preso un po’ d’acqua dalla piscina come ricordo) e Marte e tra Giove e Saturno. Quando la guerra iniziò, Nettuno fu il primo ad essere sconfitto: infatti, non avendo alleanze, era in svantaggio rispetto ai suoi avversari.
La Terra e Marte iniziarono subito a bombardare i loro nemici scagliando montagne e massi giganteschi, la cui traiettoria veniva deviata dalla massa di Giove. Saturno, per difendersi dagli attacchi nemici, innalzò un muro gigantesco a forma di anello, utilizzando degli asteroidi attorno a se stesso e alla piscina, che considerava già sua.
Poi Giove, grazie ai suoi potenti cicloni, riuscì ad allontanare la Terra e Marte, tanto che ancora oggi tra il “pianeta rosso” e il “pianeta gigante” c’è una grande distanza. Fu così che anche questa battaglia terminò.
Saturno, per paura di eventuali attacchi da parte dei nemici, non abbatté mai il muro di asteroidi che lo proteggeva; inoltre Giove, per difendere il suo alleato, si schierò davanti a lui deviando le traiettorie degli asteroidi, a patto che anche lui potesse utilizzare la piscina.