Il 4 luglio 1998 partii per quella che credevo fosse una semplice missione perlustrativa. Dovevo filmare l’attività dei buchi neri nello spazio.
A metà viaggio notai che i comandi dell’astronave cominciavano a perdere energia.
Mi resi conto che stavo perdendo i contatti con la base operativa. Avevo paura.
Notai che mi era rimasta energia a sufficienza per raggiungere la postazione da cui potevo filmare il buco nero. Quando raggiunsi la postazione, l’energia rimasta terminò e ci fu un black-out nell’astronave.
Continuai ad osservare fino a che l’astronave non venne risucchiata dal buco nero.
Entrai in un vortice violetto ricco di tuoni e di fulmini. Pensai che fosse arrivata la fine, ma vidi in lontananza uno squarcio di luce.
Ad un certo punto, venni catapultato in una terra arida e nera.
Notai in lontananza delle creature che si avvicinavano a me. Esse avevano otto tentacoli, due occhi rossi da cui sparare raggi laser ed una bocca con denti affilatissimi.
Mi nascosi dietro una roccia e vidi quegli orrendi esseri divorare gli asteroidi risucchiati dal buco nero.
Inorridito, feci un passo indietro e, inavvertitamente, provocai un rumore: loro si accorsero di me e mi catturarono.
Mi misero in una gabbia, da dove potevo comunque studiare il loro comportamento.
Durante la mia prigionia, venni nutrito con delle rocce commestibili, il cui sapore era simile a quello del pane.
La cosa più strabiliante fu che a consegnarmi il cibo era un essere umano come me. Da lui seppi che era stato catturato due anni prima di me e che era considerato dagli alieni il loro servo.
Mi disse anche di aver scoperto il modo di evadere da quel mondo e di tornare sulla Terra. Quindi mi fece uscire da quella cella e, raggiunta l’astronave, utilizzammo le rocce commestibili come rifornimento di energia.
Felice, accesi i motori dell’astronave e, insieme al mio nuovo amico, attraversai a ritroso il buco nero, dal quale potei poi facilmente raggiungere la Terra.
Una volta sbarcati sul nostro pianeta, baciai il terreno in segno di felicità: ero a casa.