Perché gli sciacalli ululano alla luna?
Qui, circondato d’immense distese di boschi e di monti, c’è il nostro paese: il Texas.
Dunque, nel Texas, qua giù a occhio e croce, un grande fiume scorre veloce; da dove venga... chi lo sa mai? Ma dove vada ci importa assai!
E quello è il fiume Pecos, con acque così chiare che neanche gli avvoltoi le osavano sfiorare.

In questa gloriosa regione, un giorno avanzava un carrozzone con un padre, una madre e una prole un po’ pazza, quattro cani da caccia e due gatti di razza; volevan procacciarsi qualche spazio vitale, e in quelle condizioni è più che naturale! Ma nell’attraversare il fiume qualcosa rotolò, nessuno se ne accorse, nessuno si fermò.
E fu così che Bill, oh poveretto!, rimase un orfanello senza tetto.

Scese la notte e Bill si rifugiò in una tana nascosta tra le rocce: si trovava, però, in una pericolosa compagnia.
Fuori alla tana ispezionava il territorio una sciacalla che poco dopo entrò: restò a bocca aperta...

“Da dove è uscito questo bel campione? Mah!, sarà un modello tipo esportazione!”
La sciacalla lo annusò e con un gran starnuto fece ruzzolare Bill fino al fondo della tana. Gli altri cuccioli iniziarono ad essere allattati...

Aveva fame e non si fece pregare e, con la lupa, rivoletto trovò la balia e iniziò a poppare. E così accadde, oh strano in quelle valli, che Bill crescesse in mezzo agli sciacalli: scaltro, prepotente, violento, astuto, divenne dei fratelli il più temuto.
Ma Bill di diventare aveva in testa come Tarzan un re della foresta; perciò prima studiò le altre bestie, poi cominciò a conciarle per le feste: il daino in corsa sorpassò in volata, al salto diede alla lepre una suonata, poi, visto che era troppo impertinente, si spazientì e annichilò il serpente.

Un giorno un puledrino assetato e sfinito camminava a fatica nei dintorni della tana di Bill seguito a ruota dagli avvoltoi, con gli occhi fuoriuscenti dalla fame.
Il puledrino si accasciò a terra sfinito e agli avvoltoi venne l’idea di ucciderlo definitivamente e mangiarlo; così iniziarono a puntare contro il puledrino e a scendere in picchiata...

50 contro 1: che lurida marmaglia! Ma Bill si butta in ballo e minaccia la battaglia.
E quello fu l’inizio di una gran bell’amicizia.
Da quel momento in poi non si lasciaron mai, come le rotaie di un treno o di un tramvai... E quando Bill fu grande scelse, a onor del vero, una carriera adatta per sé e il suo destrier Sputaufoco: e, infatti, Bill divenne un cowboy famigerato.
Sì, eran giorni felici, e Bill diceva:
“Nulla al mondo potrà mai separarci”.

Un bel giorno l’eroe passava il tempo nell’ampia pianura a veder chi aveva la testa più dura.
Passava le ore, le più spensierate, con fior di bisonti facendo a zuccate.
Povero Bill, guardatelo: ignaro non sa che il destino gli sta preparando... un colpetto mancino.

Infatti cos’è che sul fiume s’avanza?!?! E’ Sue, che cavalca con grande eleganza!!
Creatura divina! Ma è un sogno d’artista! La prima fanciulla che avesse mai visto: era eccitante, provocante e quanto mai conturbante.
Come un sorso di whisky a pancia vuota, gli fece una tremenda sensazione, gli scosse tutti i sensi e la ragione, come un suono rombante di cavalli al galoppo gli rintronava gli orecchi, dentro il petto un malloppo ballava, il sangue bolliva, il cervello scoppiava, bruciato da un fuoco che spegner poteva solo...


…PROPRIO COSÌ: L'AMOUR!


Sputafuoco non capiva quello strano contegno, sentiva odore di guai e aveva colto nel segno.

E così Bill, d’allora in poi, divenne il più romantico cowboy.

Stabilirono il dì degli sponsali, ma prima Sue pretese due regali: un cuscinetto a molla per il vestito e un giro sul cavallo del marito.
Il cuscinetto l’ebbe e, scherzi a parte, era un gioiello, un’opera d’ arte!!
Che roba, ragazzi!! La giovane sposa scoppiava di gioia, era proprio radiosa!
Oh, l’altro regalo era cosa da poco, la ragazza doveva montar Sputafuoco: credete che lui si sarebbe adattato? Beh, prima sembrava solo un po’ seccato; invece era livido, nero, infuriato; ma lei bella, intrepida non si scompose, ne aveva affrontate ben altre di cose!
Con mano gentil carezzò l’animale, e presa la staffa con un magistrale colpetto di molla, balzò lesta in sella.


...e adesso comincia la parte migliore!

Ma quel cuscinetto, che pessimo affare, là, sotto la candida veste nuziale, quel coso di moda divenne infernale; lei volle domarlo ma in breve quel pazzo spedì la fanciulla su in ciel... come un razzo.
Lassù, nelle nubi spedita d’assalto, più in alto, più in aria, sempre più in alto, presto fu chiaro alla folla agghiacciata che Sue, poveretta, era già condannata. Sull’orrido dramma la tela è calata… Chissà, di salvarla c’è ancora speranza?

Guardate, c’è Pecos Bill che s’avanza!!

Lui trova che il gioco anche troppo è durato, e un colpo di lazo mai Bill ha sbagliato; con mano sicura il nodo formò, guardò la distanza, il vento provò.
Un giro, uno scatto e il lazo partì... ma il nostro campione il bersaglio fallì.
E come sia accaduto l’incidente è rimasto un mistero per la gente.
Lassù la fanciulla continuava a volare, più su, sempre più su, non si poteva fermare.
Finché con un gran balzo le nubi oltrepassò, atterrò sulla Luna e alla fin si fermò.

Da allora nel Texas ben poco è cambiato, c’è sempre quel fiume che scorre beato, ma il rude ed audace cowboy non c’è più; fuggì nel deserto per piangere Sue. E quando la Luna nel cielo era piena, lanciava su in alto il suo grido di pena, piangendo il destino, crudele e spietato, che della sua sposa l’aveva privato. E tanto dolor mise a quei lamenti che mille animali si uniron dolenti.
Ed ecco perché gli sciacalli, oggidì, quand’è Luna Piena abbaian così!!

Racconto apertamente ispirato ai fumetti e al cartone animato di Pecos Bill.

Martina Siciliano

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