Perché Saturno ha gli anelli?
Un giorno, tanto tempo fa, nel regno in cima al Monte Bianco regnava il famosissimo re “Non-so-che-fare”, così chiamato perché, oltre ad annoiarsi, non faceva niente altro.
In un primo momento, tutti i cittadini non si accorsero di questo problema; però, qualche mese dopo, la noia la sentirono anche loro, perché non venivano mai organizzate feste, banchetti, giochi, ecc…
Così scoppiarono molte rivolte, che però si trasformavano sempre in pisolini, perché la gente, appena cercava di prendere torce, forconi, asce e chi più ne ha più ne metta, si addormentava sempre.
Finché un giorno un vassallo del re che proprio non ce la faceva più vide un ragazzo che giocava a un gioco da lui inventato. Fu così che l’uomo andò dal re con il ragazzo, che spiegò le regole di questo gioco al sovrano, il quale subito chiese ad ogni vassallo di allenare come minimo cinque persone per questa attività.
La settimana successiva tutti i vassalli presentarono i loro campioni, che si sfidarono l’uno contro l’altro con anelli di legno, oro e terracotta. Solo due riuscirono ad andare in finale: un robusto atleta della Contea Azzurra che apparteneva al vassallo di nome Arzentum, e un altro muscoloso fuoriclasse, direttamente ingaggiato dal re, che, oltre a un lancio preciso, veloce e prolungato, possedeva una fenomenale vista e un perfetto udito. La finale, naturalmente, fu vinta dal campione del sovrano: Aurum.
Dopo la gara, ebbe luogo una festa in onore del vincitore, che tirava continuamente anelli e pietre sempre nello stesso punto, senza che questi tornassero indietro.
La sera fu organizzato un banchetto e Aurum, per prepararsi, corse subito a casa, dove sentì una voce chiamarlo. Guardò in giro, poi guardò in alto e vide un pianeta che lo chiamava e lo ringraziava continuamente per gli anelli che gli aveva regalato, promettendogli anche che, se avesse potuto, lo avrebbe aiutato in qualsiasi momento. Il nome del pianeta era SATURNO.

Durante il banchetto, un altro pianeta, geloso di SATURNO e infuriato per ciò che l’uomo aveva fatto, inviò un servitore che rapì la figlia del re, il quale giurò che chiunque avesse liberato la principessa l’avrebbe sposata.
Aurum, subito, partì utilizzando il grande carro guidato dal possente Orione, che gli donò la spada di fuoco.
Ad un tratto, il carro si fermò davanti a SATURNO, che diede all’eroe alla lancia di pietra e lo scudo luminoso; poi il carro, trainato dai cani, si avviò di nuovo e si fermò dietro a Giove, dove Aurum prese due stivali alati e li indossò.
L’eroe si diresse alla volta del pianeta, scagliò la lancia e colpì il servitore; poi fece accendere lo scudo e abbagliò il pianeta, che lasciò andare la principessa, mentre l’uomo, con la spada, uccise il pianeta, che fu annientato per sempre, dissolvendosi nel nulla.
La principessa fu portata indietro sana e salva e andò in sposa al campione Aurum, con cui visse felice per tutta la vita.

Mattia Ollini

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