Un giorno, a una maga molto potente
nacque un bambino. Il problema era che questo bebè era gigante e
quando piangeva si sentivano dei forti rumori come i tuoni, e le
lacrime continuavano a cadere sulla popolazione che abitava accanto al
castello della maga.
Vennero esseri magici da ogni parte del pianeta e anche del mondo
spirituale per cercare di far smettere di piangere questa “forza della
natura”.
Gli regalarono molte cose, come delle costellazioni, dei pianeti e
anche dei tornado. Ma non c’era niente da fare: le cose si facevano
sempre più critiche perché ogni giorno che passava le
lacrime diventavano sempre più grosse e ormai il piccolo paesino
giù a valle si era allagato completamente a causa delle lacrime
che avevano formato un’enorme pozza di acqua salata.
Cercarono anche di portare al bambino i personaggi delle favole, gli
eroi dei piccoli! Ma neanche con questi smise di piangere.
Finché un giorno, o, meglio, una notte di plenilunio, quando la
Luna era più vicina alla Terra, il bel faccione della Luna si
avvicinò al bebè e gli chiese: “Perché piangi?!?”.
E il bimbo rispose: “Perché mi sento solo!”. E lei: “ Ma come?
Io ti vedo dall’alto e tu sei sempre circondato da persone che ti
vogliono bene e che ti ricoprono di giochi! Questo non ti basta?”. Il
piccolo spiegò: “Loro non mi vogliono davvero bene; altrimenti
saprebbero come non farmi piangere! Tu mi vuoi bene?”. La Luna rispose:
“Sì, e domani mattina te lo dimostrerò”. Il bimbo la
supplicò: “Non lasciarmi da solo!!”. E lei lo rincuorò:
“Tornerò domani mattina con un mio amico e faremo un piccolo
spettacolino: ti regalerò qualche minuto di notte nella giornata
più solare di tutte. Così potremo anche rivederci. Va
bene?”. Il piccolo annuì: “Va bene; ma bada: ricordati della tua
promessa. Se non verrai, io piangerò sempre di più e
invaderò il mondo di acqua. Così, visto che quando io
piango arriva anche il temporale, le nuvole grigie copriranno il sole.
In questo modo io condannerò per sempre il mondo al brutto
tempo! Ricordatelo!!”.
Il giorno dopo, il bimbo continuava a piangere perché la Luna
non veniva. Ad un tratto, il Sole cominciò ad oscurarsi sempre
di più, fino a quando non diventò un grande medaglione
nero con i contorni lucenti.
La Luna salutò il bambino e cominciò a consolarlo
finché, nel giro di pochi minuti, tutto tornò come prima.
Al bambino quello spettacolo piacque così tanto che non pianse
più e tornò a ridere; ma le lacrime che erano cadute
nella valle erano talmente tante che non riuscirono più a
evaporare.
Fu così che nacquero l’eclissi di Sole e l’oceano.