Istituto Nazionale di Astrofisica,

Osservatorio Astronomico di Brera

Via Brera 28, 20121 Milano


Dipartimento di Fisica

Università degli Studi di Milano,

Via Celoria 16, 20133 Milano


Milano, 18.03.2003

Astrofisica e astroparticelle nei premi Nobel 2002


Hanno contribuito ad aprire nuove finestre per osservare l'universo, svelandone una diversa natura: questo il filo rosso che unisce i tre grandi scienziati insigniti nel 2002 del Premio Nobel per la Fisica: Raymond Davis Jr., Masatoshi Koshiba e Riccardo Giacconi.


E Riccardo Giacconi, italiano di nascita ma statunitense per scelta, sarà a Milano venerdì 21 marzo, protagonista di una giornata che l'Inaf - Osservatorio Astronomico di Brera e il Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Milano hanno voluto organizzare per consentire alla cittadinanza di conoscere la fisica e l'astrofisica moderna nella parole di un grande ricercatore che ne è protagonista.


Alle 14.30 del 21 marzo, nell'Aula Magna dell'Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono, 7, Riccardo Giacconi terrà una relazione dal titolo "Astronomia in raggi X".

Seguirà l'intervento di Nicola Cabibbo, accademico dei Lincei, dedicato a "La fisica dei neutrini solari e atmosferici".


L'ingresso è gratuito fino all'esaurimento dei 600 posti di capienza dell'Aula Magna. Non occorre prenotazione. Ulteriori informazioni e links alla pagina: Astrofisica e Particelle nei premi Nobel 2002


Contatti:

Prof.sa Laura Maraschi, Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Brera, telefono 02 72320309 (mercoledì - tutto il giorno); email: maraschi@brera.mi.astro.it

Dott. Stefano Sandrelli, Public Outreach & Education office, Osservatorio Astronomico di Brera, tel. 340 2954568, email: stefano@brera.mi.astro.it


Immagini

L'universo nei raggi X del satellite NASA Chandra: http://chandra.harvard.edu/photo/category.html

Immagini di Riccardo Giacconi: www.nobel.se/physics/laureates/2002/press.html

Poster e immagini sull'astronomia X: www.brera.mi.astro.it/docB/poe/eXpo/Xindex.html

Informazioni di background

Che cosa è l'astronomia in raggi X

Con astronomia in raggi X si intende lo studio dei corpi celesti quando vengono osservati non attraverso la luce che ci è consueta (luce visibile), ma attraverso quella porzione di radiazione elettromagnetica che va sotto il nome di raggi X.

Questa finestra per l'osservazione del cosmo, "aperta" per la prima volta da Riccardo Giacconi nel 1962, ha permesso agli astronomi di osservare un cielo del tutto diverso rispetto a quello che ci appare ogni notte: un cielo violento e sincopato, che porta tracce di esplosioni quotidiane e immense e che tradisce la presenza di enormi quantità di gas caldissimo tra le galassie, dove si pensava dovesse essere solo il regno del vuoto.

L'astronomia X è oggi uno degli strumenti più importanti per osservare e comprendere la natura dell'universo e dei corpi che gli danno vita.

L'Osservatorio Astronomico di Brera (Istituto Nazionale di Astrofisica) è leader a livello mondiale nello sviluppo di nuove tecnologie per la cattura di raggi X astronomici.


Che cosa sono i neutrini

I neutrini sono particelle elementari che si muovono alla velocità della luce e che hanno come caratteristica l'estrema riluttanza a interagire con la materia: mentre leggiamo queste righe siamo letteralmente trapassati da un flusso di neutrini provenienti dal Sole e dalla nostra atmosfera.

Le sorgenti principali di neutrini sono le reazioni nucleari: rilevare i neutrini emessi dal Sole significa "vedere" le reazioni nucleari che hanno luogo nel suo interno. Ma anche altri fenomeni celesti producono neutrini, come per esempio le esplosioni stellari note come supenovae.

Il primo a suggerire un metodo corretto per rivelare neutrini solari fu il fisico italiano Bruno Pontecorvo (Pisa 1913 - Dubna, Russia 1993). Raymond Davis Jr ha avuto il merito, negli anni '60, di trasformare in esperimento la proposta teorica di Bruno Pontecorvo.


Note biografiche di Riccardo Giacconi

Riccardo Giacconi è nato a Genova, nel 1931. Dopo essersi laureato in fisica a Milano nel 1954, si trasferisce negli Stati Uniti, dove entra a far parte della American Science and Engineering (ASE), la compagna privata che agli inizi degli anni '60 gli consentirà di progettare le prime missioni su razzo dedicate all'emissione X dei corpi celesti.

Tra il 1963 e il 1978 propose i primi due satelliti dedicati all'astronomia a raggi X: Uhuru (libertà in swhaili), che fu lanciato nel 1970 dalla base italiana San Marco, gestita dall'Università di Roma, a largo delle coste di Malindi (Kenya), e il satellite Einstein, lanciato nel 1978, il primo satellite in grado di catturare vere e proprie immagini del cielo nei raggi X.

Nel 1981 è direttore dello Space Telescope Institute di Baltimora, USA, allora in costituzione in previsione del lancio dello Hubble Space Telescope (NASA/ESA). Dopo il lancio del satellite, dette il via al programma che portò nel 1993 alla riparazione in orbita dell'ottica del telescopio spaziale, grazie a una missione dello Shuttle.

Dal 1993 al 1999 ha diretto l'European Southern Observatory (ESO) realizzando la serie di quattro telescopi che costituiscono il VLT (Very Large Telescope), uno tra i più potenti telescopi realizzati al mondo.

Nel 2002 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Fisica.

Attualmente è presidente dell'Associated Universities Inc. di Washington, USA.

Si occupa attivamente di ricerca nel campo dell'astronomia in raggi X e della costruzione di un telescopio (ALMA) che sarà installato nel deserto di Acatama nel Cile settentrionale.



Milano, 18.03.2003

Stefano Sandrelli,

Public Outreach & Education office

Osservatorio Astronomico di Brera